Abbiamo sentito un nostro affezionato membro, che non vediamo da qualche anno. Si tratta di Imbriano Chianese.
Ciao Imbriano, è un poco che non ci si vede, come stai?
Tutto bene un po’ impegnato ma sto bene, dai.
Da quanto tempo non vesti la tenuta nera della S.W.A.T.?
Ormai saranno 2, forse 3, anni che non vesto più la tenuta nera della S.W.A.T..
Hai iniziato la softair fin da subito con la S.W.A.T.?
Si, fin da subito. È l’unica squadra con cui giocherò e poi, lo sai meglio di meglio di me, la S.W.A.T. è la S.W.A.T., non vorrei giocare in nessun altro team.
Come sei arrivato nel nostro club?
Per pure caso. Su Facebook, vidi una locandina, che invitare ad provare la softair con quello che sarebbe diventato in un nonnulla il mio club. Fu amore a prima vista.
Da quando non fai più softair cosa ti manca di più?
Paradossalmente più che le competizioni, mi mancano gli allenamenti, quel continuo spingersi più in là dei propri mezzi, per arrivare ai tornei e fare un gioco di squadra perfetto.
La S.W.A.T. nel tempo ha anche organizzato altre attività, portando alcuni dei suoi iscritti anche alle riprese di film, tu hai mai partecipato qualcuna di queste attività extra-softair?
No, film no. Avevo avuto l’occasione di partecipare ad un film di Natale, Natale a Londra mi pare si chiamasse, ma in quel periodo non potevo.
Ma ho comunque preso parte ad esercitazioni di alto livello, che mi sono rimaste impresse nella mente e che mi hanno insegnato cose che di sicuro non dimenticherò mai.
Il nostro presidente è un allenatore eccezionale, sembra quasi avere il dono dell’infallibilità e della chiaroveggenza (n.d.r. ride).
Cosa significa o cosa ha significato per te essere uno S.W.A.T.?
Essere uno S.W.A.T.? … mi è difficile trovare le parole, che possano rendere l’immagine che ho in mente. Essere uno S.W.A.T. significa continuo miglioramento, confronto, ascolto, voglia di imparare e di mettersi in gioco, amicizia, cooperazione … insomma tanto.
Abbiamo fatto delle esperienze bellissime. Perché ovviamente nel gruppo impari da Giovanni De Rosa e dagli altri ragazzi molte cose, non solo nell’ambito sportivo, inoltre … non saprei come spiegare, ma se entri nella S.W.A.T. devi essere uno S.W.A.T.!
Quando vai a fare un’amichevole o una competizione ufficiale, devi essere parte di una mente collettiva, eseguire gli ordini, essere concentrato e portare il risultato a casa.
Questo vale anche negli allenamenti … non è che vai lì a sparare a caso. Se scegli di fare questo sport devi entrarci dentro e la S.W.A.T. Castel Volturno è il luogo ideale per chi vuole impegnarsi, migliorarsi ed entrare a pié pari in questo mondo affascinante e adrenalinico.

Dimmi tre cose che hai imparato nella S.W.A.T. e che non dimenticherai?
Rispetto. Ed è qualcosa che te lo porti anche al di fuori dello sport. Rispetto per chi gioca con te e contro di te. Essere rispettosi per le persone che hai davanti è un valore che ho coltivato anche nel Club.
Concentrazione e Focus, non li pratico in tutti i momenti della giornata, ma mai abbassare lo sguardo è come un mantra per me.
Gioco di squadra! Direi che è inutile fare tornei, giocare la domenica e allenarti senza cooperazione. In questo sport la somma dei singoli vale meno del gruppo.
Alcuni pensano che la softair o airsoft, qual dir si voglia, non siano un vero sport. Come la pensi a riguardo?
Non tutti colgono gli elementi che fanno della softair un vero e proprio sport, magari ingannati dall’abbigliamento, pensano subito alle esercitazioni militari. Ma alla fin fine non è così, se giochi a softair o a paintball non ti stai mica preparando ad una guerra; sebbene il Paintball sia a mio avviso anch’esso uno sport, con la softair ha in comune solo il fatto che si scagliano pallini contro gli avversari, poco altro.
Questi sport tattici non sono violenti, anzi come dicevo, se sei in un contesto sano, come la S.W.A.T., impari a rispettare tutti: arbitri, avversari, compagni di squadra, adulti, bambini … chiunque.
Quali sono i benefici di questo sport per i giovani e i ragazzini?
In realtà penso che presenti molti vantaggi, perché la softair è anche una sorta di disciplina, perché ti fa lavorare sull’autocontrollo. Ho visto tanti ragazzini timidi o freddi, maturare, diventare coscienti di sé e integrarsi in mezzo agli altri. Stare in squadra è un poco come stare in famiglia, impari, trovi conforto, stimolo. È una sorta di scuola extra che ti accompagna nella crescita personale.
Quale è il tuo ricordo più bello?
Ho tantissimi ricordi e praticamente tutti belli, ma oggi te ne racconto due.
Il primo è stato un episodio divertente, che incidentalmente è stato da stimolo per tutti. Fu in occasione di una competizione ufficiale, ci trovavamo ad Altavilla Irpinia con una montagna così da scalare (n.d.r. mostra il dorso della mano tesa teso e inclinata).
La cosa bella fu che il presidente, con la sua non più giovane età e con il solo l’aiuto di un integratore di sali minerali in borraccia, scalava come un ventenne, gridandocene di ogni e dandoci sostanzialmente dei pappa molla a noi che, alla prima occasione di sosta, ci stendevamo a terra stremati. Mi viene ancora da ridere pensando a quell’episodio. Un massacro, ma divertente.
Il secondo episodio è uno di cui vado orgoglioso, perché ho applicato con successo tutto quello che sapevo: rimasi ultimo in “vita” dei miei, da solo, contro quattro difensori. Con calma olimpica e determinazione da samurai (n.d.r. ride) li affrontai, li superai e riuscii anche ad esfiltrare l’ostaggio ferito che dovevamo recuperare su quell’OBJ. Che esperienza ragazzi. Altroché.
Grazie Imbriano, chissà che non ci si veda presto 🙂
Grazie a voi! Viva la S.W.A.T.!
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